Stazzi e Cussògghj 2015 – IV Edizione
è lieta di presentare
Primavera in Gallura 2015
“Con il carro a buoi sui sentieri della memoria”
La primavera è la stagione più indicata per visitare la Gallura.
Il traffico è meno caotico, i colori sono più vivaci,
i profumi più intensi e i sapori più genuini.
“È una regione strana, desolata, stranamente eccitante,
questa Gallura, selvaggia quasi spopolata, eppure
non priva di un singolare fascino”.
(Douglas Goldring – 1930)
Curiosità ed enogastronomia
Nel corso del periodo nel quale si inseriscono gli eventi ricorrono diverse sagre paesane e campestri, interessanti sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista storico. Tra le più significative sono quella religiosa di di S. Simplicio ad Olbia il 15 Maggio e le diverse feste campestri accompagnate da lauti pranzi che si svolgono nei pressi delle chiese nelle “suprastantie”, ossia nei locali che ospitano la cucina e i commensali ospiti.
C’è poi da tenere in debito conto che la Gallura si è imposta come meta di un turismo ecosostenibile che ha saputo cogliere non solo la bellezza dei luoghi ma anche la ricchezza del patrimonio enogastronomico.
I vini, i cibi, gli oli, i distillati, i dolci di questo lembo di territorio sono eccellenze che negli ultimi anni hanno conquistato fette di mercato importanti in tutto il mondo.
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N. S. di Castro. Lo spirito religioso dei sardi.
Le influenze dei culti religiosi o pseudo-religiosi che nei secoli si sono succeduti nelle varie zone dell’ isola sono tante e così variegate che
è complicato trovare una radice unica nel rapporto che i sardi hanno con la religione. Tanto che spesso le feste religiose vengono celebrate attraverso rituali ben poco ortodossi.La Murgia scrive: “Le modalità in cui vengono celebrate molte tradizioni, apparentemente pie, la dice lunga sulle radici che può averle generate, tanto da far pensare che in Sardegna, più che cristianizzare il pagano, la gente abbia proceduto a paganizzare il cristiano, a proprio modo“.
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La civiltà degli stazzi
(Arzachena – Lu Branu)L’accoldi e la paraula, la brea e la rasgioni, la ponitura e la palti, la manialia e la multascia, a la bona o a la mala, la fidi e l’angenu, lu stragnu e lu siccariu, li poetti e li modi, li igghjatogghj e li baddhatogghj, l’accunnoltu e l’affrontu, lu palisugnu e l’abbrazzu, li spirienzi e li conti, lu trabaddu e lu ghjocu, lu patronu e lu juagliu, lu laori e li fiati, l’agliola e la bibbenna, istiu e vagghjmu, arru e branu ……
Nello stazzo-villaggio e nel mondo della cussorgia troviamo una cultura agropastorale basata su attività integrate e legate ai luoghi e al ciclo dei lavori, scanditi dalle stagioni e dai ritmi del tempo; ma non solo, nelle cerimonie, nelle feste, nello scambio dei beni, si sono sviluppate le relazioni sociali peculiari della sua civiltà.
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Oro di Gallura
Percorso tra i profumi del vermentinoLa Gallura con la sua impalcatura granitica definisce scenari naturalistici e panorami di estrema bellezza paesaggistica; una dominante ambientale che lascia spazio alle peculiari e differenziate produzioni di nicchia sulle quali si basava l’insediamento sparso degli stazzi. In questo microclima e nei suoi soli, ricchi di minerali e ben drenati, il vermentino ha trovato la migliore culla, riuscendo ad esprimere la sua spiccata personalità: colore paglierino con riflessi verdognoli, profumo intenso ed armonico, buona struttura, gusto alcolico e morbido, retrogusto amarognolo.
È il “terroir“, ovvero la combinazione magica della terra di Gallura che, nel rispetto dei principi sanciti dal disciplinare, genera l’unico vino della Sardegna a denominazione geografica.
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La civiltà degli stazzi
tra Gallura e BaroniaBudoni è un centro turistico ubicato tra la Baronia e la Gallura. Nato come stazzo di Posada alla fine del 1800, ha risentito dell’influenza dei pastori e dei contadini provenienti dai territori circostanti che qui si sono stanziati per la fertilità del luogo.
L’arrivo di queste genti ha cambiato la cultura e le tradizioni del paese : queste si sono integrate con la cultura preesistente, dando origine a quella che oggi possiamo considerare la “cultura budonese“, caratterizzata dalla fusione delle usanze gastronomiche (pani, dolci piatti tipici) e folkloristiche galluresi e baroniesi.Il Museo dello stazzo e della civiltà contadina, istituito nel 1997, in collaborazione con la Pro Loco contribuisce alla riscoperta del nostro più recente passato e degli antichi mestieri con la creazione di laboratori didattici rivolti prevalentemente alle scuole e alle manifestazioni culturali (Manos de Oro, Sardegna a confronto, Mostra Mercato)..
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Civiltà contadina e antichi mestieri
Il modo di vivere delle popolazioni rurali galluresi ha subito nel dopoguerra radicali mutamenti che hanno sconvolto la realtà economica ed antropologica dei villaggi del Nord-Sardegna. Al fondo sta, naturalmente, l’arretratezza di un sistema produttivo organico solo al fabbisogno familiare o, tutt’al più, a un commercio ristretto all’ambito del territorio di riferimento.
L’attività e i mestieri tradizionali, necessario complemento del lavoro contadino e pastorale, sono così andati incontro ad una inesorabile decadenza fino, in qualche caso, alla totale scomparsa.
Il nostro impegno ora, pur riconoscendo il continuo evolversi e rinnovarsi del lavoro della gente di Gallura, è indirizzato a recuperare il senso della ricchezza delle nostre attività passate, che hanno rappresentato per secoli la fatica di uomini e donne capaci, se non altro, di creare un’economia di sussistenza modesta, ma dignitosa. -
Terra e mare – Lu coiu – il matrimonio
Antiche tradizioni, odierne dimenticanze…. La riproposizione in forma scenica ma vissuta interamente e specificatamente degli antichi riti e usanze tipiche dei nostri stazzi aiuta il ricordo a riaffiorare, l’uomo a non dimenticare e la nostra cultura … a rivivere.
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Due o tre passi tra terra e mare.
(Loiri Porto San Paolo)Nel nostro territorio nel quale si fondono due anime, quella marittima e quella terrestre, si presentano come in uno scrigno i tesori degli antichi saperi, le note caratteristiche dell’ospitalità gallurese, le tradizioni degli antenati. E’ sempre viva infatti la consapevolezza che solo la memoria del proprio passato può rendere eterni l’identità degli uomini e il loro senso di appartenenza ad comunità.
Riscopriremo la fitta rete di sentieri che tra l’800 e la prima metà del ‘900 consentiva ai piccoli nuclei sparsi negli stazzi delle campagne di entrare in contatto. Percorrendoli insieme sentiremo di non essere mai soli, perché in essi vivono ancora i passi dei tanti che nel corso dei secoli li hanno percorsi, spesso con fatica. Scopriremo luoghi oggi quasi solitari ma un tempo vivi, vitali e quotidianamente vissuti.Incontreremo Romeo e Giulietta, “uomini d’ onore“, banditi nobili e astuti e con loro cammineremo nei ricordi.
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Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena
G Orto – Garibaldi agricoltore
“Io fratello, mi sono dato all’agricoltura e vango dalla mattina alla sera. Ed ho trovato – guarda che è bella! – che per tali dolori che tu mi hai conosciuto, non vi è miglior bagno di quello della zappa“.
Giuseppe Garibaldi.Dissodando la terra, combattendo la dura battaglia per trasformare le rocce di granito in campi da coltivare, provvedendo alla captazione dell’acqua ed alle irrigazioni, studiando e documentandosi su ogni aspetto della vita agricola – dagli innesti delle piante ai nuovi procedimenti di concimazione, all’apicoltura – Garibaldi sperimentò il rapporto intenso con le forze della natura. Fu in questi luoghi, sull’Isola di Caprera, oggi all’interno dei confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago di
La Maddalena, che l’eroe trovò un’insospettata tranquillità. L’Isola di Caprera conserva quell’insieme di elementi che raccontano la storia del vissuto quotidiano
di Giuseppe Garibaldi, una storia che si intreccia intimamente con la realizzazione del sogno unitario. L’Ente Parco attraverso il recupero di alcune attività originarie come la coltivazione dei terreni agricoli (orti e oliveti) e l’affiancamento di attività “innovative“ quali la produzione delle essenze e piante officinali (oli essenziali e prodotti fitocosmetici, bioterapici) intendere stituire una dimensione “produttiva in chiave eco sostenibile e occasione di formazione per le generazioni più giovani. -
Eccellenze dalla terra
In passato le attività lavorative del paese riguardavano esclusivamente il settore agricolo e in misura minore quelle della pastorizia. I prodotti tipici di Badesi sono il frutto del lavoro della terra , così come insegna l’antica tradizione. Per i suoi estesi vigneti, per la tradizione e la sapienza vitivinicola , Badesi è una delle “ Città dei vini d’ Italia “. Qui potrete gustare un vino dal gusto raro ed inconfondibile, prodotto della vinificazione di diverse varietà autoctone , come il vermentino, il cannonau, il muristellu, monica e tanti altre varietà , tutte coltivate a “ piede franco “ su terreni sabbiosi.
Tra le delizie della tavola non mancano frutta e verdura di stagione, tra le quali il rinomato carciofo spinoso sardo D.O.P. , conserve, dolci ( seadas, formagelle, piricchitti e panitteddi ‘e saba ), formaggi, olio extravergine e miele.
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La transumanza
Ridare vita a percorsi ancestrali, riandare a riscoprire il nostro patrimonio è come ridestare a nuova vita i valori sconvolti dalla fretta di un tempo dominato dal denaro e dalla cupidigia di rapina, il tempo della prepotenza e della speculazione di pochi a danno di tutti gli altri.
La Transumanza è stata per millenni un segno peculiare della Gallura, della sua società, dei suoi costumi: riproporla significa mettere in circolo la nostra civiltà per ricreare i sentieri dell’anima capaci di farla rivivere anche fuori dalla ritualità ripropositiva raccogliendo il messaggio che ci invia per essere ricondotta alla realtà di oggi.
Riscoprendo le nostre povertà comprenderemo meglio come possano diventare una grande ricchezza per il domani anche prossimo, nel godimento condiviso di suoni, sapori e profumi in una terra di incantesimo dolceamaro che attende soltanto di essere ricondotta alla sua dimensione più vera.
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L’ agliola (la trebbiatura)
L’agliola si svolgeva a coronamento dell’annata agraria. L’operazione si svolgeva in uno spazio antistante l’aia dello stazzo con l’utilizzo della trebbiatrice, una macchina agricola utilizzata per sgranare i cereali e separarli dalla paglia. Funzionava tramite un motore a scoppio collegato alla macchina con una grossa cinghia di trasmissione.
Il lavoro veniva effettuato in più giornate e da più persone. Alcune porgevano i covoni all’imbucchinu, l’operaio addetto ad imboccare i covoni nel battitore della trebbiatrice, mentre altre erano dedite ai bocchettoni di fuoriuscita del grano, dove erano collegati i sacchi. Questi ultimi una volta riempiti venivano legati e allocati su una bilancia per la pesa. Alla fine del lavoro i volti dei contadini, anche se sporchi, sudati e segnati dalla fatica, esprimevano la soddisfazione per essersi guadagnati il pane quotidiano. -
La Pricunta
La dominazione spagnola in Sardegna ha lasciato nelle tradizioni, nelle usanze e nella cultura segni indelebili anche in Gallura, soprattutto nelle feste e nelle cerimonie che scandivano i momenti più significativi della vita del popolo gallurese.
Prima del fidanzamento ufficiale tra i rampolli di una famiglia agiata si svolgeva la cosiddetta “pricunta“ (spag. Preguntar), la richiesta, cioé, della mano della futura sposa, una rappresentazione corale di tipo allegorico alla quale partecipavano le famiglie dei due promessi. La cerimonia si svolgeva con dialoghi dai toni arguti e scherzosi tra la famiglia del futuro sposo e quella della futura sposa in una cornice di festa animata da un ricco corteo di cavalieri e di dame in costume tradizionale.
Premio “Carro a buoi”
Fin dalla prima edizione di “Primavera in Gallura”
l’Associazione Culturale Stazzi e Cussogghj
ha pensato di premiare con un “carro a buoi” in miniatura
un’eccellenza sarda che ha fatto conoscere la Sardegna
in Italia e nel mondo nelle più svariate professioni.
Nella prima edizione è stato premiato
il prof. Bachisio Bandinu,
noto antropologo e studioso della cultura sarda,
nel secondo anno
il prof. Vincenzo Migaleddu,
radiologo e membro dell’ISDE Sardegna,
Associazione medici per ambiente,
nell’Edizione 2014 Benito Urgu, attore poeta e cantante.
Gruppi locali di coordinamento
Aggius – Muto di Gallura
Aglientu – Amministrazione Comunale
Arzachena – Agriturismo Lu Branu
Badesi – Pro Loco
Berchidda – Pro Loco
Budoni – Pro Loco
La Maddalena – Parco Nazionale di La Maddalena
Loiri – Amministrazione Comunale
Luogosanto – La strada del Vermentino
Oschiri – Associazione Culturale “Su Furrighesu”
S. Teresa Gallura – Ufficio Cultura Comune S. Teresa Gallura
Tempio – Associazione Turistica Gallura Viaggi Avventure
Trinità – Pro Loco
Segreteria organizzativa
Associazione culturale Stazzi e Cussogghj – loc. Fraiga – Aggius (OT)
c/o il Muto di Gallura – cell. 3406686202 – 3400764618